Teatro, Dec 07, 2020
Scritto da Gilberto Mion
 
 
Mascagni: Cavalleria rusticana, Teatro San Carlo, Napoli, 1.12.2020 (im Internet-Stream ab 04.12.2020)

Una platea immensa per “Cavalleria rusticana”: la stagione del Teatro San Carlo di Napoli si inaugura in streaming
 
Una formula inedita: 1,09 euro è il prezzo simbolico, e la sera del 4 dicembre è stato possibile seguire da casa propria su Facebook l'inaugurazione della Stagione 2020/2021 del Teatro di San Carlo a Napoli, con la Cavalleria rusticana di Mascagni in forma di concerto. Produzione espressamente concepita per lo streaming, con una registrazione a porte chiuse effettuata il primo di dicembre. C'è stato qualche problema tecnico all'inizio, con il video a scatti mentre l'audio era nitido e particolareggiato. Colpa, a quanto sembra, di alcuni attacchi hacker. Tutto comunque risolto dopo dieci minuti, riprendendo la registrazione da capo.

Bilancio finale entusiasmante: più di 30.000 i biglietti “virtuali” staccati dalla Fondazione partenopea; e supponendo che ci fossero spesso due persone ad assistere per ogni accesso a Facebook (che tra l'altro per la prima volta offriva questo servizio), non saremmo lontani da una stima di 50-60.000 spettatori. Ed oltre 6.000 sono stati i commenti in diretta postati da utenti di mezzo mondo, entusiasti per questa iniziativa. Stephan Lissner può ritenersi più che soddisfatto dell'avvio della sua prima stagione da sovrintendente. Per inciso, volendo lo spettacolo si può acquistare ancora, sino al 7 dicembre.

Cinque voci di grande prestigio
Jonas Kaufmann è Jonas Kaufmann: cantante dalla voce imponente e tornita, dalla tecnica fenomenale, dalla naturale spontaneità verbale, dal fascinoso timbro brunito, carnale e sensuale; una vocalità che può scendere agevolmente al registro baritonale, e poi proiettarsi in acuti inesausti e perentori. Per non parlare, poi, del suo poderoso possesso della scena. Musicalmente, la figura di Turiddu non è così articolata come quella di Werther, di José, di Parsifal, di Otello, suoi cavalli di battaglia; ma comunque anche in essa, immedesimandosi nel personaggio e sagomandolo con idonee sfumature espressive, il tenore bavarese riesce a mettere in campo tutte le sue virtù.

Santuzza è nella voce di Elīna Garanča, che oltre ad un bel sembiante – non tanto da donna meridionale, in verità, ma qui non siamo in scena – unisce qualità vocali assai considerevoli. Intanto, è mezzosoprano vero - mentre Kaufmann a Salisburgo 2015 aveva a fianco un soprano, la debole Liudmyla Monastyrska - dal vellutato spessore, voce sontuosa nel registro grave, morbida in quello superiore, ovunque compatta ed omogenea. Granitica l'emissione, che non ne teme la smerlata tessitura; e magnifica l'incisività, che le permette di esprimere tanto il livido dolore di “Voi lo sapete”, quanto la rabbia ringhiosa a tu per tu con compar Alfio.

Il quale viene consegnato al bravissimo Claudio Sgura, che delinea abilmente, con la sua naturale veemenza, la cospicua colonna di fiato, il fraseggio asciutto ed efficacissimo, l'umanità introversa e la durezza primitiva, a senso unico, del carrettiere verghiano, mosso dal senso ancestrale dell'onore. Maria Agresta è una Lola di superlusso, dal timbro accattivante; una figura maliarda e sensuale, ma senza volgarità. Elena Zilio consegna una Lucia d'intenso vigore.

Una bacchetta autorevole e duttile
Dal podio presiede il direttore musicale del San Carlo, Juraj Valčuha. Alla mancanza di un vero spettacolo – il Covid impone queste ed altre rinunce - rimedia la sua regia sonora, che senza eccedere in concitazione drammatica, realizza un sontuoso tappeto strumentale, già a partire dall'episodio musicale d'apertura: un delicato, acquarellato paesaggio notturno che cede all'apparire della luce aurorale.

E' anche grazie alle superlative performances dell'Orchestra e del Coro partenopei, che un ampio respiro sinfonico sorregge tutta la narrazione di questa memorabile Cavalleria, partitura che sotto il suo gesto sobrio e misurato si dipana in una ricca articolazione di dettagli timbrici e di particolari sonori, esaltandone appieno tutte le innervature dinamiche, le invenzioni melodiche, le divagazioni ritmiche, le temerarietà armoniche. Naturalmente, un giusto riconoscimento lo dobbiamo pure al maestro del Coro, Gea Garatti Ansini.



















 
 
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