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Roberta Pacifico
 
Schubert: Winterreise, Milano, Teatro alla Scala, 14. April 2014

Milano - Teatro alla Scala: Jonas Kaufmann canta Schubert
 
Il secondo recital di canto della stagione 2013/2014 al teatro alla Scala ha visto l’esibizione della superstar Jonas Kaufmann nella Winterreise di Franz Schubert, accompagnato al pianoforte dal maestro Helmut Deutsch. L’appuntamento scaligero coincide con la recente uscita discografica proprio di questo ciclo e si va ad aggiungere a tutta una serie di recital in giro nei maggiori teatri europei in cui il tenore tedesco, sempre in coppia con Deutsch, propone lo stesso programma cameristico. Nonostante le anticipazioni sui giornali non specializzati si siano soffermate sull’avvenenza dell’uomo Kaufmann più che sulle sue doti vocali, è proprio su quest’ultime che noi vorremmo insistere, oltre che sulla resa squisitamente musicale della serata.

Diciamo subito che la vocalità di Kaufmann ha sempre lasciato delle perplessità in chi scrive, a causa di una costante emissione di gola che dà l’impressione che la naturale fuoriuscita della voce sia bloccata da una sorta di tappo. Le riserve sono state sciolte, in questa serata, soprattutto per il gusto e la musicalità con cui è stato affrontato questo ciclo di Lieder: a parte alcuni accenti più vibranti, in cui cantava a voce piena, Kaufmann ha cantato dall’inizio alla fine a mezzavoce, a tratti sussurrando, scandendo le parole una per una e sottolineando talvolta con la mimica facciale i sentimenti di questo viandante romantico alla ricerca di una fuga dai tormenti del suo cuore. Ecco, è proprio in momenti come questi, dove il cuore sembra sepolto da «una lastra di ghiaccio», come in “Auf dem Flusse”, che la voce di Kaufmann risulta più efficace: una voce di cui si sente il calore e l’impeto, ma che viene controllata e sottomessa a favore di un intimo lamento dell’anima dolente. Ovviamente lo spettacolo è andato in crescendo fino al Lied finale, “Der Leiermann”, dove la voce di Kaufmann, lasciata sola dal pianoforte, si è andata quasi spegnendo, per chiudere poi con un’ultima messa di voce, quasi come un’eco lontana.

Dal canto suo, Helmut Deutsch si è confermato il grande camerista che è: il suo tocco non ha mai superato la voce, sempre discreto e presente e in piena fusione di intenti con il canto, nonostante sia la parte pianistica quella musicalmente più ricca, che narra effettivamente gli stati d’animo e dipinge i luoghi affrontati nel viaggio spirituale del Winterreise.

Dopo un’ora di religioso silenzio (a parte il solito coro di colpi di tosse tra un brano e l’altro), il pubblico è giustamente esploso in un lunghissimo applauso, che ha portato Kaufmann e Deutsch alla ribalta per diverse volte, in un teatro alla Scala pieno anche se non tutto esaurito, come ci si sarebbe aspettato per il recital di una star del panorama lirico internazionale.





















 
 
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