America Oggi, 12-11-2011

 

Ciléa: Adriana Lecouvreur, New York, Carnegie Hall, November 8, 2011

Adriana "passionale" alla Carnegie Hall
 
 
NEW YORK. L'Adriana Lecouvreur del compositore calabrese Fancesco Cilea ( Palmi, RC 1866 - Varazze, Sa 1950), è l'opera in cui si riassume con le sue dote spiegate, la personalità del compositore e la sua acuta sensibilità teatrale.

L'opera che abbiamo visto tante volte trionfare non soltanto con intepreti strepitose - per esempio la Tebaldi al Metropolitan nelle stagioni del 1963 e del 1968 -, continua a mietere successi in questi ultimi anni nei teatri quale il Metropolitan, la Scala, e al Teatro Cilea di Reggio Calabria con altre cantanti di spicco. Il capolavoro di Cilea contiene i fiori più olezzanti della sua musica e della sua malinconia, e trova nel canto la ragione del suo fascino lirico. "Adriana - ha affermato il Pannain - sulla scena più che donna è una melodia vivente... Adriana non è nel gesto ma nella voce del canto". Purtroppo, il recente successo dell'opera è stato preceduto da una nota stonata del critico del New York Times che nel Sunday Edition del 15 settembre 1968 scrisse: "Tomorrow the Metropolitan Opera opens with Cilea's "Adriana Lecouvreur". "Adriana Lecouvreur, dear God! A fourth-rate opera by a fifth-rate composer. It is as if the Metropolitan Opera deliberately and defiantly went out of the way to emphasize its mediocrity".

Il clamoroso successo alla Carnegie Hall di martedì sera, dimostra che l'opera oggi a esattamente 109 anni di distanza dalla storica prima al Teatro Lirico di Milano, a onta di chi ne profetizzava il declino, è vivida e palpitante. Hanno assicurato un meritato successo un terzetto di cantanti di alto livello, affiancati dall'Opera Orchestra di New York e la direzione del maestro Alberto Veronesi. Eccezionale protagonista il soprano Angela Gheorghiu cui la parte si addice ottimamente per temperamento e voce, in special modo nella celebre romanza "Io son l'umile ancella" all'altra non meno celebre "Poveri fiori".

Nel ruolo della principessa di Bouillon, il mezzo-soprano Anita Rachvelishvili imperiosa nei gesti, seducente e impetuosa negli accenti di passione nella romanza "Acerba voluttà, dolce tortura...". Il tenore Jonas Kaufmann - attualmente al Metropolitan nel ruolo di Faust - è stato un Maurizio di molta dignità, favorito di una voce di squillo e limpidezza timbrica. Fraseggiatore abile nel culminante duetto del II atto" No! Che giova? Tu sei la mia vitto-ria''.

Il baritono italiano Ambrogio Maestri è stato applaudito nel "monologo" del I atto per la sua sensibilità nell'esprimere rassegnazione. A posto il resto del cast. Last but not least, il maestro Alberto Veronese - successore sul podio al maestro Eve Queler - si è rivelato felice interprete della complessa partitura nel dare vivo risalto alle voci e alle finezze orchestrali.

Applausi a tutti gli artisti.






 
 
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