Amadeus, ottobre 2013
Giovanni Gavazzeni
 
Die Walküre
 

Un tenace e antico luogo comune considera l'apporto delle voci nelle opere di Wagner qualcosa di obsoleto, una presenza subordinata all'onnipossente orchestra. Nulla di più lontano dalle intenzioni di Wagner. D'altronde lo stesso "canto" venne considerato post mortem di Wagner dai Custodi di Bayreuth (Frau Cosima in testa) un vezzo inutile, un'esigenza agli antipodi della riforma voluta dal Maestro. Ma quanto contino i cantanti lo misuriamo oggi, dove nel settore del tenore-eroico e dei bassi profondi siamo in periodo di decisa carestia. Bene ha fatto Valery Gergiev per l'esecuzione in forma di concerto della Walküre, ad appoggiarsi su tre fuoriclasse. Ai tempi d'oro della Bayreuth delle sue connazionali Varnay e Nilsson, la magnifica Nina Stemme sarebbe stata considerata una Sieglinde perfetta. Ma anche nelle belluine asprezze del ruolo essa dimostra di appartenere alla "prima categoria" per plasticità di canto e profondità di sentire. René Pape, dotato ancora di emissione ferma, di centri sicuri, e aiutato dai tempi piuttosto scorrevoli di Gergiev, dona di Wotan un ritratto completo, in bilico fra scolpita autorità e intime pulsioni "umane': Il Siegmund di Kaufmann è già entrato di diritto nella galleria dei sommi interpreti, capace di mescolare l'ardore eroico a quello erotico con eguale naturalezza. Da segnalare la classe vocale di Ekaterina Gubanova nell'ingrato ruolo di Fricka, a cui dona tutto lo splendore vocale dovuto al suo lignaggio di consorte di Wotan. Partecipe e sentita la direzione di Gergiev, soprattutto nel sublime finale.

 

 






 
 
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