Operaclick, 13/03/2008
Amelia Imbarrato
 
Jonas Kaufmann - Romantic arias
Non ostante il momento di crisi del mercato della musica registrata, e in particolare dei supporti audio, desta sicuramente interesse il primo CD di arie d'opera di uno dei tenori emergenti. Jonas Kaufmann, classe 1969, vola ormai dall'uno all'altro dei più grandi teatri del mondo, con un repertorio sempre più ampio e caratterizzato da scelte accuratamente ragionate. "Toute mon âme est là", canta Werther, e potrebbe essere la cifra del recital: è raro che un interprete abbia una personalità così sfaccettata, sia così "dentro" repertori diversi - forse sono diversi solo apparentemente, e un artista versatile, intelligente e sensibile può coglierne i tratti simili e piegare la sua voce a esprimere questo, quello a l'altro ancora. Quale tenore canterebbe in uno stesso programma Don Carlo e Meistersinger insieme a Manon e Werther? Kaufmann canta in tre lingue, italiano, francese e tedesco, che padroneggia tutte con pronuncia chiara ed espressione appropriata, e cogliendone la musicalità interna - è difficile sentire un tedesco che pronunci correttamente "quaggiù"! Inoltre, come le foto nel booklet testimoniano - pose moderne non "da tenore" -, la bella figura, il viso espressivo sono perfetti per l'eroe romantico.

Quale cagionevole fanciulla non si augurerebbe che un simile poeta le scaldasse la mano, la vigilia di Natale? Il timbro è scuro, notturno, "ma per fortuna è una notte di luna", e il canto sempre morbido affascina e illumina fino alla sfolgorante "speranza": il suono è da Heldentenor, ma il contesto è assolutamente pucciniano. Così come dolcezza, malinconia e senso di colpa abbandonano Don José al suo destino: "Carmen, je t'aime!". Kaufmann è sempre molto convinto, e quindi convincente, in tutte le interpretazioni, non si tratta solo di ascoltare arie, ma quasi di vedere i personaggi. Insolito, non solo per gli italiani, sentire nella lingua originale la famosa aria della Marta di Flotow, "Ach, so fromm", cantata con gusto moderno, lontana dai languori che non appartengono a quel mondo che, per quanto romantico, è pur sempre di commedia.

Osserviamo che Marco Armiliato, con la Prague Philharmonic Orchestra, trova begli impasti timbrici quando la partitura lo richiede (un esempio per tutti: la Damnation), ma nell'insieme si limita ad accompagnare bene, e nulla di più - pregio-difetto dei recital. Non vogliamo poi commentare tutti i brani, ma sull'onda dell'emozione che rende prezioso questo CD, sentiamo quanto è luminoso l'eroico slancio giovanile di Walther von Stolzing, lontano dalla tenebrosa depressione di Don Carlo o dal romanticismo misterioso del Freischütz - i recitativi sono scolpiti, il canto spiegato come un'ala, e tutte queste "luci" affascinano, e ciascuna di queste arie varrebbe da sola l'acquisto del CD. Tutto desta comunque interesse, non esiste noia per il brano troppo spesso ascoltato, anzi scopriamo quasi nuovi certi ben noti aspetti dei personaggi: i cambiamenti di umore di Alfredo, il suo autentico "giovanile ardore", la differenza con gli accenti sinceri, ma sempre aristocratici, del fascinoso Duca di Mantova, e ancora come sensualità e disperazione vivono in Cavaradossi prossimo alla morte. Kaufmann stesso dice nell'intervista nel booklet - che la Decca presenta in inglese, francese e tedesco ma non in italiano - che non c'è ricerca di nuove interpretazioni, ma solo di interpretazioni spontanee, che nascano da dentro. Questo si avverte, non solo nell'uso originale delle mezzevoci, dei colori: i ruoli sono già debuttati in teatro o pronti per il debutto, c'è in tutti una profondità che li fa appartenere precisamente a quel contesto e, paradosso solo apparente ma confermatod a tanti altri esempi, più lo studio è severo più il risultato è naturale.

Insomma, ben vengano CD che danno la confortante certezza che ci sono artisti giovani che col gusto del nostro tempo riescono a trasmettere tanta emozione.
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