Daniel Barenboim la sua prima incisione realizzata con i
complessi del Teatro alla Scala l'ha voluta presentare alla
stampa italiana con una videoconferenza da Berlino. Era da circa
vent'anni che il teatro milanese non effettuava registrazioni:
una lunga pausa di silenzio interrotta da una splendida
interpretazione (anche in dvd, per la regia di Andy Sommer)
della Messa di Requiem di Giuseppe Verdi. La produzione è stata
annunciata come il primo titolo di una nuova collaborazione tra
la Scala e Decca. Vero e proprio monumento sonoro per
l'eternità, che Verdi volle dedicare allo scomparso poeta ed
eroe nazionale Alessandro Manzoni in un momento storico italiano
importante, in cui l'accadimento della morte era ancora un fatto
pubblico e non sostanzialmente privato come oggi, la Messa di
Requiem è opera d'arte che unifica in maniera potente i versi
contrastanti del testo latino, mostrandosi come summa
dell'esperienza musicale di Verdi. Sotto la bacchetta di
Barenboim l'opera sembra lentamente emergere dal sottosuolo,
cupa e brunita, come un avvolgente e doloroso compianto di una
umanità che vive in maniera stupefatta e assieme rassegnata la
morte come un momento di mistero, sofferenza, timore, ma anche
di unificazione dalle divisioni, di conforto e di speranza.
Bravi i solisti: stupende prime parti di un'umanità a cui il
coro diretto da Bruno Casoni dà mirabilmente voce, canto e,
verrebbe da dire, recitazione.
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