Giornale della Musica, giugno 2014
ELISABETTA FAVA
 
Richard Wagner - Parsifal

Kaufmann e anche protagonista del Parsifal del Metropolitan diretto da Daniele Gatti appena uscito in dvd con la regia di François Girard. Si ricorderanno le polemiche sul Lohengrin scaligero in cui a Kaufmann veniva rimproverata un’interpretazione troppo decadente del personaggio, non piu eroe senza macchia, ma profeta inascoltato e solo, che allo squillo tenorile sovente preferiva un piu disincantato mezza voce. Ci si puo anche divertire con un giretto su YouTube, a leggere i commenti degli anti-Kaufmann, poco entusiasti di questo cavaliere appiedato e pensieroso.

Senza dubbio i frequenti primi piani del dvd, che pure modificano inevitabilmente lo spettacolo originario e ne alterano la percezione, aiutano a capire meglio i pregi di una concezione di questo genere: merito prima di tutto di Gatti, che domina l’orchestra con grande arte (si ascolti la trasparenza dei tessuti polifonici!) e la frena al punto giusto per evitare ai cantanti improvvidi sgolamenti, ostili alle orecchie e in questo caso anche agli occhi. Ma merito anche di un cast che entra in quest‘organismo con delicatezza, portando allo scoperto le radici liederistiche del canto wagneriano, le sottigliezze della dizione, del fraseggio, della psicologia che si riverbera sulla linea vocale. Prima giovanilmente sfacciato, poi disorientato, infine disfatto dalla sua ricerca inesausta del Graal e troppo sollecito delle sofferenze altrui per potersi mai atteggiare a eroe: questo e il Parsifal di Kaufmann; accanto a lui ricordiamo almeno il carismatico Gurnemanz di René Pape e l’Amfortas intenso di Peter Mattei, con una dizione fra l’altro di evidenza non comune; bene in parte anche il tenebroso Evgeni Nikitin come Klingsor e Katarina Dalayman come Kundry. Le scene sono semplici e senza ammennicoli inutili, a mutare il clima bastano i cambiamenti del cielo, che si fa di piombo come i cieli dei film di Murnau nei momenti piu tragici, rosseggia nel secondo atto dietro alle rocce vertiginose del regno di Klingsor, si rischiara al levarsi del Graal, ma non trova nella conclusione il sereno sperato, conservando traccia indelebile dei drammi precedenti.






 
 
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