L'Opera, settembre 2014
 
Richard Strauss - Ariadne auf Naxos
In scena nell'edizione originale, presentata a Dresda il 25 ottobre 1912. La prima versione comprendeva il Borghese gentiluomo di Molière nella, se così si può dire, rielaborazione di Hugo von Hofmannsthal, cui seguiva l'opera vera e propria. L'accoglienza non fu proprio felice, il pubblico aspettava Ariadne auf Naxos, si sorbì mal volentieri la commedia. Non o prezzò gli eccellenti attori, guidati da Max Reinhardt, o non li apprezzò abbastanza. In piu ci fu un intervallo di un'ora e mezza e il risultato non fu paragonabile a quello di precedenti successi ottenenti da Strauss. Devo confessare che condivido l'impressione del pubblico della prima assoluta. L'allestimento Salisburghese è splendido, gli attori sono davvero bravi, anche se si deve ricorrere qui più che mai ai sottotitoli. Ma il tutto è davvero fuor di luogo; gli interventi musicali allungano a dismisura il brodo e rendono lunga la commedia che qui viene presentata nella rielaborazione del regista. Poi finalmente si arriva all'opera, la si ascolta, si decide, che ad una seconda visione (il supporto permette di fare quello che non fu concesso agli spettatori di Dresda) si salterà la commedia. L'opera può contare sulla direzione di Daniel Harding, semplice in apparenza, ma in grado di dipanare le fila delle vicende, di leggere i piani diversi che vi si intersecano e di dare sostegno all'inesausto lirismo che sfoga nel grande finale. Il cast può contare sull'eccellente Bacchus di Jonas Kaufmann, autentico Heldentenor, in grado di sostenere questa vocalità e di restituircela con bellezza di canto, ampiezza di suono, ricchezza di modulazioni, intelligenza di fraseggio. unite al fascino della figura, che rende giustizia alla figura del magnifico dio greco. Trova degna partner nell'Ariadne della Magee, anche se non m sentirei di dire che lo eguaglia. Elena Mosuc si riconferma ancora una volta virtuosa abilissima, ma la Zerbinetta vorrebbe un funambolismo più leggero, l'arte di volteggiare sul filo come un acrobata, facendo rivivere la coloratura con una modernità graffiante. Bisognerà osservare la felice scelta delle parti di fianco, che la bacchetta di Harding e la regia di Bechtolf tengono assieme con abilità.




 






 
 
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