Giunto alla 44esima edizione, il Premio Puccini è stato assegnato negli anni
a personaggi che hanno illuminato con la loro arte la musica del compositore
nativo di Lucca. Dopo le prime edizioni dedicate esclusivamente alle voci
femminili, la platea dei premiati si è allargata a quelle maschili, per
comprendere anche registi e direttori d'orchestra, coprendo gran parte degli
interpreti storici, con qualche immotivata assenza e qualche nome (che per
rispetto si eviterà di rammentare) la cui presenza nell'albo d'oro pare un
po' “inventata” e frutto più della disponibilità del premiato a ricevere la
statuetta che di reali meriti pucciniani.
Questa edizione ha avuto
un'eco insolitamente vasta per il nome prescelto, corrispondente al tenore
attualmente più in auge nell'attuale panorama operistico internazionale.
Jonas Kaufmann vanta un repertorio e una discografia molto vasta, che
comprende titoli in tedesco, in francese e in italiano, senza trascurare i
Lieder e l'operetta (pure in inglese). Puccini occupa sicuramente un posto
importante in tale repertorio, sia dal punto di vista quantitativo che
qualitativo. Il tenore tedesco naturalizzato svizzero ha impersonato Rodolfo
nella Bohème e Ruggero nella Rondine, è stato Cavaradossi in un grande
numero di produzioni (ben due immortalate in dvd ufficiali) e negli anni più
recenti ha affrontato De Grieux e Dick Johnson con risultati straordinari,
specialmente per quanto riguarda il protagonista maschile della Fanciulla
del West.
Premio quanto mai meritato, quindi, a maggior ragione dopo
la pubblicazione dell'album di arie pucciniane per la Sony, diretto da
Pappano. Ciò che ha avuto la risonanza mediatica cui si accennava è forse
che il riconoscimento sia andato ad un artista attualmente al vertice dello
star system, che non si è mai esibito sulle sponde del Lago di
Massaciuccoli, accanto alla villa del maestro.
La serata non è
partita nel migliore dei modi, a causa del ritardo dell'aereo che
trasportava Kaufmann, che ha fatto slittare d un'ora l'inizio del programma.
Enrico Stinchelli, maestro di cerimonie, ha tentato di improvvisare una
presentazione dell'evento più lunga del previsto, utilizzando le conosciute
doti di intrattenitore per rabbonire l'ormai irrequieto pubblico (non folto,
causa probabilmente il costo francamente poco comprensibile del biglietto di
ingresso) presente all'Auditorium Caruso.
È quindi seguita
l'esibizione di cinque giovani partecipanti all'Accademia del Festival
Pucciniano, ciascuno impegnato in un'aria, accompagnato al piano da Massimo
Morelli, fino a che non è finalmente giunto il cantante premiato,
intervistato da Stinchelli.
Chi aveva seguito a suo tempo le puntate
della trasmissione radiofonica “La Barcaccia” con ospite il tenore tedesco
già conosceva le doti di simpatia e intelligenza di Kaufmann, un vero fiume
in piena nel rispondere, in corretto italiano, alle domande che gli venivano
poste. Mai banale, mai rifugiatosi nelle frasi di circostanza, il cantante
ha ripagato dell'attesa, ha parlato delle caratteristiche della musica di
Puccini, dell'importanza della regia nel teatro contemporaneo, dei suoi
soggiorni di bambino sulle coste (adriatiche) dell'Italia, anche se - come
era prevedibile, visti anche i precedenti della cerimonia - non ha cantato.
Si è però concesso in un accenno di masterclass con i cinque
allievi, che si sono esibiti in una selezione dell'ultimo atto di Bohème,
dopo che il pianista Sandro Ivo Bartoli aveva eseguito il Piccolo Valzer da
cui Puccini trasse il ben noto brano di Musetta del secondo atto della
Bohème. Le vocalità di Davide Muro (basso), Raffaele Caffio (baritono),
Francesca Cappelletti (soprano), Simone Di Giulio (tenore) e Carlotta Vichi
(mezzosoprano), con l'eccezione parziale di quest'ultima, che ha già una
voce piuttosto corposa e sonora e quasi contraltile (nella prima parte della
serata aveva cantato discretamente il monologo della Zia Principessa), sono
apparse piuttosto acerbe e ancora modeste.
Kaufmann ha amabilmente
interloquito con i giovani colleghi, non ha dispensato complimenti di
circostanza, ha continuato a parlare senza freni e a spiegare alcuni trucchi
nelle tecniche di riscaldamento, con la sua manager che dal lato del
palcoscenico si agitava sempre più nervosamente e platealmente (e non
simpaticamente) per il prolungarsi della cerimonia, per l'accenno a qualche
suono emesso nelle dimostrazioni tecniche e per l'invito di Stinchelli a
cantare qualcosa.
La consegna del premio è avvenuta da parte del
Sindaco di Viareggio. Al termine della serata, buona parte del pubblico
presente si è riversata su Kaufmann a caccia di selfie e di uno scambio di
parole, con il tenore che ha accettato la prevedibile coda della cerimonia
con la stessa simpatia con cui l'aveva iniziata. Per descrivere la simpatia
della sua manager che lo ha poi sottratto a forza dalle richieste di
autografi si dovrebbe provare ad immaginare una figlia bionda adulta di
Mourinho e della Santanché, allevata in un collegio di suore reazionarie e
cattive. Ovviamente tedesche e severissime. Le mancava giusto l'uniforme.
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