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la Repubblica, 05 DICEMBRE 2020 |
di Angelo Foletto |
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Mascagni: Cavalleria rusticana, Teatro San Carlo, Napoli, 1.12.2020 (im Internet-Stream ab 04.12.2020)
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Trentamila per la "Cavalleria Rusticana": parte da Facebook la rivincita dell'opera in streaming |
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Boom di accessi sul social network per l'apertura di stagione del Teatro San Carlo di Napoli: ora la registrazione prosegue il suo viaggio su altre piattaforme |
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Oltre 30mila accessi, quasi 20mila commenti per lo streaming della
Cavalleria Rusticana all stars, ancora a disposizione sulla pagina Facebook
del Teatro San Carlo di Napoli fino al 7 dicembre. Poi sarà on demand sul
sito per altri sette giorni, prima di accedere alla piattaforma Deutsche
Grammophon. Numeri importanti, raddoppiabili per le statistiche che danno
per scontato che ogni accesso abbia comportato una coppia di spettatori. Il
contributo simbolico richiesto per l'accesso (1,09euro) non autorizza
euforie sul futuro esito economico dello streaming operistico come
affiancamento finanziario per le casse dei teatri, sempre più in angoscia
per le prospettive della stagione 2021, a cominciare dalle incertezze sulla
riapertura delle attività col pubblico. Ma il dato rimane. Ancora più se lo
si accosta a quello del Donizetti Opera Festival (oltre 2000 abbonati alla
WebTv: il costo corrispondeva all'incirca a un biglietto in teatro) e ai
70mila che qualche giorno fa hanno visto su Rai5 la differita di Otello dal
Teatro del Maggio di Firenze.
La trasmissione video del San Carlo,
non in diretta (l'esecuzione, in forma di concerto, era stata registrata il
giorno prima), e con qualche problema di connessione alla prima emissione
che pare del tutto risolto, aveva dalla sua una qualità artistica speciale.
Merito maggiore per la lettura del direttore musicale Juraj Valcuha che
dirige solo la musica di Cavalleria rusticana; non riassume o emenda la
cattiva tradizione esecutiva di cui è vittima. Tempi snelli anche nelle
oleografiche e popolaresche scene collettive, sonorità nette ma non
grossolane, eleganti sottolineature delle nervature ritmiche non dozzinali
che la intessono ma nessuna avarizia nell'abbandonarsi all'invenzione
melodica incessante e tuttora seducente. Questo Mascagni riletto con la
sensibilità degna degli autori e delle taglienti sonorità teatrali slave di
cui il maestro è prezioso interprete, è riuscita a non far sentire volgare,
ma solo elettrizzante, perfino la "stretta" del duetto Alfio/Santuzza. Di
certo, il formidabile quintetto di voci (inclusa l'impressionante
fenomeno-Elena Zilio, classe 1941, pochi giorni fa Berta nel Barbiere di
Siviglia in streaming da Pesaro) s'è allineata all'impostazione
direttoriale. Favorendo questa lettura in cui le parole non contano in base
al volume della voce ma al modo di scolpirle, e di cui s'è dimostrato un
campione Jonas Kaufmann. Già con quella giacca e panciotto lustrinati era
difficile immaginarlo in coppola, ma poi era la linea di canto a ribadire
l'intelligenza di un interprete che anche quando canta preferisce prendersi
dei rischi pur di rimanere nel personaggio. Che, difatti, è parso
straordinario. Statuaria e bellissima, già a vederla, Elina Garanca era la
Santuzza ideale per questa rivisitazione quasi neoclassica del dramma
siciliano, cui ha prestato un'esecuzione vocale fiera, appassionata ma
lividamente orgogliosa. Claudio Sgura e Maria Agresta si sono inseriti
benissimo in questa dimensione tagliente e senza aloni veristici, dove già
s'era ben collocata la prestazione del coro nonostante la grande distanza,
in fondo al palco, rendesse laboriosi alcuni "assieme" con i solisti in
primo piano.
Anche sul piccolo schermo ha colpito la qualità audio e
video complessiva. Riprese in 4k, molte telecamere impegnate e variamente
disposte (team regia di Maria Antonietta Pierozzi e Arianna Ramaglia), a
alternare piani di profondità e taglio diversi. Tant'è che la disposizione
tradizionale da concerto, già individualmente "mossa" da gesti delle mani e
del corpo soprattutto dai protagonisti, non è stata un ostacolo a un
racconto (tele)visivo scorrevole e non ripetitivo. Ovviamente, protagonisti
aggiunti le curve, le ombre, i segreti dei palchi (alcuni provvisoriamente
abitati da costumi storici ma anche usati come set per brevi inserzioni di
scene-riassunti dell'opera senza parole affidati agli stessi protagonisti) e
la maestà unica del San Carlo che dilaga fin dalla prima inquadratura.
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