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Fulvio Zannella
 
Liederabend, Teatro alla Scala, Milano, 21. Oktober 2013

Recital di canto di Jonas Kaufmann
 
Originariamente previsto per il 1 Giugno 2013 e rimandato per problemi di salute del protagonista, il concerto scaligero di Jonas Kaufmann ha avuto finalmente luogo il giorno 21 Ottobre. Il teatro milanese ha accolto calorosamente il tenore tedesco, figura tra le più rappresentative dell'attuale panorama lirico mondiale, esponente affermato dell'odierno star system discografico ed artista acclamato da una nutrita schiera di fan, conquistate dalla presenza scenica di questo giovane dalla indiscutibile avvenenza.

La serata di Lunedì offre l'occasione di testare dal vivo quanto la fama di questo interprete non possa essere ricondotta esclusivamente al forte sostegno pubblicitario di cui gode o alla prestanza fisica esibita. Il concerto conferma infatti quanto il successo di Kaufmann si fondi su meriti artistici di assoluto rilievo, nei confronti dei quali ogni altra agevolazione o dote non può che passare in secondo piano e risultare accessoria. Non ci troviamo quindi di fronte ad un esempio di divo la cui carriera è il risultato di un attento lavoro di management sapientemente programmato e costruito a tavolino, ma ad un vero e proprio artista dalla personalità acuta ed analitica, un cantante dotato di un talento musicale spiccato, cui la natura ha dato in dono uno strumento vocale di timbro particolare (dalle tinte quasi baritonali), ma dalla notevole risonanza. Il programma del recital, incentrato sul repertorio liederistico, conferma tanto la statura dell'interprete, dalle scelte musicali raffinate, quanto la bravura dell'esecutore (il concerto comprende pagine di considerevole difficoltà, che richiedono sapiente controllo della voce e notevole resistenza). Inaugurano la serata quattro Lieder di Franz Liszt, la cui musica vocale da camera è sicuramente meno conosciuta rispetto alla produzione pianistica, ma vanta comunque pagine di grande ispirazione che meritano di essere apprezzate. Nei Lieder proposti (su poesie di Heine e Goethe) emerge subito la cifra stilistica che caratterizza il canto di Kaufmann, basata sull'attenzione ai significati espressi dal testo e sulla ricerca di un fraseggio duttile e modellato sulle singole parole. Il tenore dà voce con convinzione ed attendibilità tanto all'impeto tormentato di “Vergifted sind meine Lieder”, quanto alle frasi idilliache di “Im Rhein, im schönen Strome”, di estatica dolcezza. Il dosaggio dei colori è variegato e l'escursione dinamica molto ampia, dalla mezzavoce con cui affronta i piani, al canto stentoreo che si dispiega nelle parti maggiormente incisive. Vertice espressivo della serata, il ciclo Dichterliebe di Schumann indaga nelle più remote ed intime piaghe dell'amore infelice. La raccolta comprende sedici Lieder su testi di Heine, la maggior parte dei quali di breve durata ed in forma strofica composta da due quartine. Non c'è parola, frase musicale o brano a cui l'interprete non conferisca adeguato rilievo. Impossibile riassumere il lavoro di ricerca capillare affrontato da Kaufmann, lo scavo della parola così approfondito. Ogni Lied restituisce un mondo a parte, un proprio microcosmo, come “Im wunderschönen Monat Mai” di estatica sospensione, o il sarcastico “Ein Jüngling liebt ein Mädchen”, venato di amaro cinismo, o ancora “Ich hab' im Traum geweinet” di struggente malinconia. Interessante la proposta dei Wesendonck Lieder di Wagner, di solito appannaggio di mezzosoprani o soprani e che è insolito ascoltare in esecuzioni affidate ad una voce maschile. Se alcuni passi di “Der Engel” tradiscono qualche lieve incertezza nell'emissione, gli altri quattro Lieder della raccolta confermano l'alto valore musicale ed espressivo esibito da Kaufmann nella prima parte del concerto. Particolarmente emozionante la resa dei due brani concepiti come uno studio per Tristan und Isolde (il sofferto “Im Treibhaus” ed il dolcissimo ed estenuato “Träume”). Concludono il programma sei Lieder di Strauss, alcuni dei quali di grande impegno esecutivo per l'ampia estensione richiesta. Meritano sicuramente di essere menzionati “Befreit” dallo struggimento così doloroso, l'impetuoso ed esaltato “Heimliche Aufforderung” ed il sempre suggestivo ed intimistico “Morgen”. Jonas Kaufmann si lancia con trasporto nel melodizzare intenso e avvincente di Strauss, culmine l'esecuzione appassionata di “Cäcilie” che conclude il concerto e scatena l'entusiasmo del pubblico.

Impagabile il supporto strumentale fornito dal pianista Helmut Deutsch, sensibile alle molte sollecitazioni espressive di Kaufmann e capace di plasmare un suono completamente adeguato alle esigenze del tenore, con cui è evidente il notevole affiatamento musicale e la comunione di intenti interpretativi.

Variegata e nutrita la proposta dei bis, che include altri due Lieder di Strauss (“Breit' über mein Haupt” e “Zueignung”) ed un omaggio per il bicentenario verdiano comprendente “Ingemisco tamquam reus” dalla Messa di Requiem ed il recitativo ed aria di Alvaro da La forza del destino (“La vita è inferno all'infelice... O tu che in seno agli angeli”). L'approccio alle pagine verdiane risulta analogo a quello impiegato per il repertorio cameristico, tuttavia la resa è meno efficace, per le diverse scorie timbriche (sbiancamenti eccessivi, emissione tendenzialmente gutturale, ecc.) che qui emergono con maggiore evidenza rispetto ai brani in lingua tedesca e che sicuramente possono scandalizzare (e non a torto) i puristi del belcanto. Ne consegue un canto a tratti poco spontaneo ed idiomatico, non esente da certa artificiosità e che alle orecchie italiane può risultare un po' innaturale e costruito. Conclude la serata la celeberrima e sempre coinvolgente “Dein ist mein ganzes Herz” da Das Land des Lächelns di Franz Lehàr.

Successo travolgente ed acclamazioni da parte del pubblico, che ha festeggiato il tenore con prolungati e calorosi applausi.



















 
 
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